Habemus Papam Francesco I

14.03.2013 11:48


Come  ogni sera  si  torna a casa dopo il lavoro, ieri però non era una sera qualunque… tutto il mondo era incollato alla tv, come quando si assiste a qualcosa che ti tocca da vicino, come quando si attende una persona che non si vede da tempo e sai che ti cambierà la vita o almeno ci proverà.

Jorge Mario Bergoglio, italo/argentino, 76 anni, Papa Francesco I° , il nuovo Vescovo di Roma, il nuovo Pontefice della chiesa nel mondo. Uno sguardo smarrito in un bagno di folla, poche parole tra cui la richiesta di una preghiera di sostegno da parte dei fedeli, per un ruolo tanto difficile da portare sulle spalle. Centinaia di migliaia le persone accorse in Piazza San Pietro, stendardi da ogni paese, cori da stadio e sguardi, uno sciame di sguardi che si alzavano verso quel comignolo in attesa di una fumata nuova e rinnovatrice. Si, perché tutti desideriamo qualcosa, tutti desideriamo una nuova serenità, un mondo in cui si possa passeggiare felici senza temere il pericolo, un luogo dove ogni bambino possa essere protetto dai grandi e non avere paura di loro, un mondo semplice in cui ognuno possa vivere la propria vita, avere un lavoro, una famiglia e poter garantire loro lo stretto necessario, un mondo in cui si possa sorridere di cuore e respirare sincerità in ogni contesto, ma soprattutto, un mondo senza conflitti ne odio, senza prevaricazioni ne contrasti, un angolo imperfetto ma equilibrato e duraturo.

A meno di 24 ore dalla sua elezione, saltano fuori i primi commenti relativi ad alcune prese di posizione di Bergoglio come ex arcivescovo. Dalla dittatura militare alla contrarietà nei confronti dei matrimoni tra omosessuali.  In realtà nessuno di noi è perfetto e se è vero che bisogna imparare dagli errori del passato, ognuno di noi merita una seconda chance e forse anche una terza. Siamo bravi ad additare gli altri quando sbagliano ma  non è facile per nessuno schierarsi, ancor più oggi, dove l’incoerenza è il pane quotidiano con cui ci sfamiamo. La scelta del nome Francesco I è una grande responsabilità, la scelta di un nome importante che porta dietro di sé l’idea di rinnovamento, di rottura con gli  antichi pilastri della Chiesa. Lo definiscono un uomo vicino alla povera gente. Forse sarà  l’inizio di un nuovo percorso in cui un papa si svestirà dai lussi aristocratici del Vaticano  per vestire i panni dell’umiltà di chi predica la Parola di Dio negli angoli di disperazione che attanagliano il mondo.

Vengono in mente tante cose ma ad una si possono  affidare i  buoni propositi di tutti noi. Sembra doveroso citare  proprio San Francesco che già  in un tempo lontano predicava l’amore incondizionato verso il Signore:

 

“Non bisogna fare assegnamento sul passato, ma che, tutti i giorni, dovete dire con Davide; proprio ora comincio ad amare Dio”.

 

Teatrante per la rubrica LOGOS/Arte, Cultura e....