L’essenza e la sua forza… un viaggio con Silvio Castiglioni

22.02.2013 19:01

Una sera qualunque di questo bizzarro inverno, uno spazio ridotto e la luce di poche candele, basta poco per creare la giusta atmosfera e ritrovarsi catapultati dentro al magico mondo del Teatro. Certo, qualcuno pensa che solo i grandi numeri e gli spettacoli di un certo livello meritano folle oceaniche, ma per fare Teatro non servono scenografie imponenti, poltrone comode e vestiti appariscenti, il teatro è anche scena scarna poco illuminata, il Teatro è arte che viene da dentro e che si manifesta al pubblico nella sua essenza, il Teatro, (quando lo si sa fare) è spiazzante proprio per la semplicità con il quale viene fatto, ed efficace perché non possiede filtri né maschere, perché quando è vero, ti lascia incollato alla sedia mentre intorno regna un silenzio genuino e assordante. Incontrai per la prima volta Silvio Castiglioni e non lo riconobbi, certe persone si rivestono di una luce magica quando sono sulla scena che quasi ti sembrano mistiche poi, quando ti avvicini e scambi qualche parola con esse, ti accorgi che il loro linguaggio è universale, frutto di una maturata esperienza che ti affascina e ti appartiene, qualcosa che da sempre conosci ma che non ti sei fermato mai ad analizzare. Lo incontrai a SpazioTeatro, in occasione di “Trittico”, uno spettacolo suddiviso in tre momenti, in cui alcuni personaggi si passano il testimone incarnati alla perfezione dallo stesso Silvio. Dal piccolo prete di campagna ricurvo su se stesso che indossa un abito dalle proporzioni gigantesche, all’uomo che porta a spasso la sua capretta in “Casa d’altri” tratto da un racconto di Silvio D’arzò, al demone ben vestito in “Domani ti farò bruciare” ispirato ai “Fratelli Karamazov” di Fedor Dostoevskij, entrambi fanno parte di un dittico dal titolo “Il silenzio di Dio”, per finire con “Il vampiro” che racconta la sua sofferente storia davanti ad una tavola imbandita. Genio e sregolatezza dentro ad un corpo che cambia forma repentinamente, ora diavolo, ora uomo e poi ancora creatura assetata di sangue, i cambi di voce che rimandano ad atmosfere palpabili e quasi realistiche, pochi gesti controllati e ben assestati, che hanno tenuto per circa 72 minuti un pubblico attento ed eterogeneo, giovani e meno giovani, appassionati e curiosi che hanno potuto riscontrare la forza evocativa nella drammaturgia di Andrea Nanni. Un attore che si svela proprio sulla scena, e che affida il passaggio dalla fantasia alla realtà proprio a tavola, in mezzo a quella gente che prima lo fissava nel buio e che adesso condivide la fioca luce di una candela, un attore che si sveste dei suoi panni e si accomoda, per cenare con i suoi commensali rivolgendogli uno sguardo o semplicemente una parola e raccogliendo gli applausi per la sua grande umanità e l’inestimabile bravura.

Anche questo è il Teatro, che trae la sua forza dalla sensibilità di persone come Silvio, una realtà spesso troppo emarginata ma ricca di spunti e argomentazioni, un luogo magico in cui realtà e finzione si mescolano per vivere uno dei tanti viaggi che appartengono alla nostra vita.

 

Teatrante per ETHOS/Teatro e...

 

Per saperne di piu:

www.spazioteatro.net

www.silviocastiglioni.com