XFactor 2013 Napoli: Provino di massa o ricerca del vero talento?
Si riaprono i battenti per la prossima edizione del noto talent firmato Sky. Come di consueto arrivano gli attesissimi casting in giro per l’ Italia dove scovare la nuova stella da talent. Prima tappa di casting Castel Sant’ Elmo, Napoli, maggio 2013. Vogliamo saperne di più. In realtà come si svolgono questi provini? Chi sceglie i concorrenti che meritano di invadere il piccolo schermo?
Siamo andati da chi a questi provini c’è stato, per farci raccontare che aria si respira e soprattutto per cercare di capire quali solo le dinamiche che stanno dietro gli scintillii di un talent televisivo.
Abbiamo incontrato Marco, da noi indicato con uno pseudonimo per ovvie ragioni di privacy, che ci ha raccontato uno scenario un tantino diverso da quello che “appare” dietro la facciata di una selezione che dovrebbe premiare il talento sotto l’attenta analisi di giudici professionisti, infatti la realtà è tutta un’altra musica. Come ci racconta il nostro aspirante concorrente, 23.000 persone a «sognare e battagliare per un sogno». Un sogno sì, che fa gola proprio a tutti, giovani, attempati, talentuosi e non, la tv attira tutti e la visibilità che offre un talent è un’occasione da non perdere. A confermarlo proprio Marco che ci racconta la sua personale esperienza.
Come sei venuto a sapere dei provini? Sei stato convocato dalla redazione? Esistono requisiti per partecipare?
«Sono venuto a conoscenza dei provini tramite internet, successivamente mi ha contattato la redazione per la tappa di Napoli. Mi è stato inviato un questionario con alcune domande personali e dopo aver compilato il profilo sul sito mi è stato detto di presentarmi il primo giorno delle audizioni. Non ci sono requisiti specifici per partecipare ai casting, sicuramente devi essere libero da contratti discografici per consegnarti nelle loro mani».
Si è trattato di un provino di massa o era tutto ben organizzato?
«Lo definirei un provino di massa, non sono nuovo a questo tipo di cose e funziona quasi sempre così. Ore interminabili di attesa per poi ritrovarti davanti ad uno sconosciuto che in pochi secondi deve giudicarti secondo criteri altrettanto sconosciuti».
Secondo te chi ti ha giudicato aveva lo spessore artistico per farlo?
«Non saprei, in passato sono stato esaminato da alcuni coach dello stesso format, quest’anno non ho riconosciuto il tizio davanti a me, poteva essere il segretario della Magnolia o un grande produttore, non si è presentato ne mi ha detto il suo nome».
Sei soddisfatto del tuo provino? Pensi di aver avuto il tempo necessario per dimostrare il tuo talento?
«Non sono per niente soddisfatto del provino in sè, ho cantato abbastanza bene, ma attendere più di 6 ore in piedi e sotto il sole per ottenere pochi istanti di ascolto è davvero riduttivo per qualunque artista».
Secondo te oggi che cosa significa avere l'X Factor per chi giudica ai provini?
«Secondo me avere l’X Factor vuol dire possedere tante virtù. Un bel visino, meglio se accompagnato da un bel fisico, una sicurezza spiazzante, una bella storia interiore condita da qualche dramma e una voce particolare e riconoscibile, forse riesci a catturare la loro attenzione e a guadagnarti qualche altro minuto di pietoso interrogatorio».
Ci racconti il tuo provino pregi e difetti?
«Sicuramente questa è stata un’occasione per mettersi in discussione, per misurarsi con i propri limiti e per conoscere gente da tutta Italia che come te crede nella musica. I difetti però sono parecchi, a cominciare dall’organizzazione, le attese, la poca chiarezza, il poco tempo che ti concedono per ascoltarti…»
Insomma quello che ci descrive il nostro amico è un quadro poco incoraggiante per un giovane artista che vuole giocarsi la sua carta in un talent. Chi parte con la speranza di essere notato diventa un numero per essere sballottato da una parte all’altra in cui quasi tutto gira su riprese di massa da inserire nel format a scopo pubblicitario. Siamo ben lontani da provini ben selezionati perché ai casting può partecipare chiunque, basta prenotarsi ed il gioco è fatto. Anche sé a ben dire la prenotazione è solo un optional, perché se ti prenoti è meglio per la redazione, ma se non lo fai hai comunque accesso ai provini, dunque si tratta di criteri organizzativi aleatori. Per fare una quadro della situazione durante il giorno dei casting, dopo una fila interminabile di ore ti viene assegnato un numero, il tutto se si sopravvive ad un fiume di persone accalcate ai cancelli alla folle ricerca del successo. Nella sede del provino si entra in coppia o singolarmente, si consegna una scheda compilata precedentemente, qualche domanda sui brani presentati e poi il via all’audizione. Dopo ore di stenti finalmente si inizia a cantare la prima strofa per agganciarsi al ritornello, se va bene ti fanno proseguire altrimenti t’interrompono chiedendoti subito il ritornello o fermandoti del tutto. Si passa all’altro brano, stessa procedura, ti ringraziano e ti licenziano con la frase di circostanza : “le faremo sapere”.
Come ci confessa Marco: «esiste molta facciata, proprio perché si tratta di un talent show giunto ormai alla settima edizione. Ciò si evince dalle innumerevoli riprese effettuate a scopo promozionale, ragazzi e ragazze che prestano la loro immagine per promo e interviste che in pochi riusciranno a vedere. La sostanza è ben altro, la voce e il talento hanno quasi sempre poca rilevanza».
Insomma se ne vedono di tutti i colori in questi casting il tutto accompagnato da tanta originalità nel look di chi non può puntare su una canna da X factor, perché l’ immagine è tutto in tv. Nonostante le pecche organizzative i talent rappresentano una grande vetrina per gli artisti, ma bisogna rimanere sempre con i piedi ben saldi al terreno perché: «molti hanno le spalle coperte e quando cadono non si fanno male del tutto, altri diventano chimere perché non sono in grado di investire su se stessi». Della serie tentar non nuoce basta non confondersi in una massa attirata dal successo a tutti i costi.
BlueMoon per la rubrica PATHOS/Musica e...